Catalunya 2022

Il circuito catalano è stata la mia prima esperienza su un circuito europeo fuori dalla mia amata Italia.

Credo che le passioni vere ,sincere sono quelle che portano lontani un padre e una figlia per vivere una bella esperienza come questa. Ho sempre trovato una certa affinità con la Spagna, tant'è che adesso la considero la mia seconda casa e sono ben lieta di tornarci almeno una volta all'anno.

Questo bellissimo circuito è situato a Montmelò, vicinissimo a Barcellona. Ha aperto nel non così lontano anno 1991 alle corse motoristiche di genere, ha 14 curve tutte da esplorare e possiede 140.700 sedie per gli spettatori.

La cosa che più stupisce non è la grandezza del luogo, bensì la grandezza morale degli spagnoli. Dal nostro primo giorno sugli spalti siamo stati accolti sotto alla ala di ispanici che sono attualmente degli amici, e anno dopo anno queste conoscenze si sono espanse. Certo il caldo è tremendo là...ma forse è così perchè la gente è calorosa. E non sono solo persone allegre, sempre pronte alla battuta, ma sono dei tifosi nati. La gente del pueblo ebbene sì è gente modesta, umile, con i motori nel sangue e vige la regola della sportività in primis. Tutti applaudono tutti, vincitori e vinti, italiani o spagnoli o chiunque sia, grati per avere avuto la possibilità di vivere quella giornata memorabile con tanto di ola!

Alcuni potranno restare increduli alle mie parole, ma io riporto solo quello che ho vissuto come in un diario. E che dovrei dire del fan club di Marquez? Un nome una garanzia. E' come una grande famiglia allargata dove chiunque è ben accetto, dai tifosi del Diablo Fabio Quartararo ai tifosi di, rullo di tamburi, il Doc Valentino Rossi.

Però mi devo fermare un attimo, perchè seppur siano stati giorni per me indimenticabili e che porterò sempre con me con immensa gioia, i giorni precedenti al viaggio di andata (che include me, mio padre e una vecchia Ford Fusion del 2006), mi è giunta una notizia grave. Forse quasi la peggiore che un fan possa ricevere. Marc Marquez salterà il GP di casa per dedicarsi all'intervento del braccio, ancora non perfettamente a posto anzi, dolorosamente fastidioso da costringerlo a fermarsi nuovamente. Il mondo mi crollò un pò addosso perchè un idolo può stare a cuore, sono persone e non eroi come spesso li dipingiamo nelle nostre menti e ho dovuto fare i conti con la realtà. Realtà che mi ha motivata ancora di più a fare questa esperienza e portare qualcosa di bello in Catalunya: un tifo vero, magari un pò di sorrisi e speranza a dimostrazione e credenza che quel cabroncito ,su due ruote, ci sarebbe tornato presto.